La formazione ECM e il codice deontologico dei medici

Tutti i professionisti che operano nel settore della sanità, siano essi lavoratori dipendenti o autonomi, sono tenuti a partecipare annualmente a corsi di formazione e di aggiornamento, secondo quanto previsto dal programma di attività ECM (Educazione Continua in Medicina), cui l’Italia aderisce dal 2002.

Secondo quanto stabilito dall’accordo fra Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e Ministero della Salute, in relazione ai trienni 2014-16 e 2017-19, gli operatori del comparto sono chiamati all’acquisizione di 150 crediti formativi totali, i quali sono rilasciati da enti che hanno ricevuto l’accreditamento istituzionale ad operare in qualità di provider ECM.

Un vincolo deontologico

I medici sono chiamati ad ossequiare all’obbligo di aggiornamento costante, oltre che dalla legge italiana, anche dal proprio codice deontologico, il quale impone che il medico si impegni, come prevede l’Art. 19 del trattato, a “mantenersi aggiornato in materia tecnico-scientifica, etico-deontologica e gestionale-organizzativa, onde garantire lo sviluppo continuo delle sue conoscenze e competenze in ragione dell’evoluzione dei progressi della scienza, e di confrontare la sua pratica professionale con i mutamenti dell’organizzazione sanitaria e della domanda di salute dei cittadini.

Come stabilito dalla Commissione Nazionale, l’obbligo alla formazione continua è rivolto a tutti gli operatori della sanità. In particolare, per i professionisti per cui è predisposto un Albo professionale tale obbligo è applicabile a partire dall’anno solare successivo a quello di iscrizione all’albo; per i professionisti per cui non è prevista l’iscrizione all’albo, tale obbligo è applicabile a partire dall’anno solare successivo a quello del conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione.

Chi programma le attività di formazione?

Ogni professionista può gestire in totale autonomia la propria preparazione, in relazione alle esigenze specifiche, alle necessità del proprio ruolo e alle inclinazioni personali. Ogni professionista ha il dovere etico e morale di orientare la propria formazione verso attività di reale importanza per la cura del paziente, in relazione al ruolo che svolge e ai progressi di settore.

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