Nel corso di una visita andrologica, ad una percentuale di uomini tra il 15% ed il 20% viene diagnosticato il disturbo del varicocele, una patologia piuttosto comune che non deve destare particolari allarmismi e che vogliamo affrontare nelle prossime righe in maniera tale da fugare ogni perplessità.
È stato riscontrato che, tra i maschi non fertili, solo il 40% di essi soffre proprio di varicocele: ciò va a sfatare una sorta di errato luogo comune, perché non esiste, dati osservazionali alla mano, un rapporto certo di causa-effetto tra il varicocele ed una spermatogenesi insufficiente.
Va quindi valutata con estrema attenzione la reale necessità di un intervento o di un trattamento, in quanto se lo spermiogramma non risulta alterato non vi è immediata urgenza se non a scopo di profilassi per il futuro.
Per fugare qualsiasi dubbio, l’unico reale ed efficace strumento è quello di una accurata ed approfondita visita urologica, che in realtà è un appuntamento al quale ogni uomo dovrebbe periodicamente far fede per scongiurare e prevenire molte altre patologie: la frequenza ottimale, specie al di sopra dei 40 anni, è 12/18 mesi.
Abbiamo avuto un colloquio in tal senso con il Dottor Aldo Maffucci, urologo ed andrologo a Napoli, il quale ci ha spiegato come a partire dai 40 anni di età sia fondamentale tener d’occhio la prostata: a differenza delle donne, che sotto questo aspetto si rivelano molto più “responsabili” e si sottopongono a visite ginecologiche sin da giovani, gli uomini sembrano sottovalutare l’importanza della prevenzione e dedicano scarsa attenzione ai “messaggi” che provengono dal proprio organismo.
Con il progredire dell’età, ci ha spiegato il Dottore, gli stimoli ormonali tendono a far ingrossare le dimensioni della prostata, la quale è una ghiandola che viene attraversata dalla prima porzione della vescica.
Lo stimolo più frequente ad urinare è il primo sintomo di questo ingrossamento, ma non si è ancora ben radicata negli uomini la cultura di “prendere sul serio” questi sintomi! Si tende a rinviare, a sottovalutare, persino a sopportare una pessima qualità di sonno notturno perché interrotto dalla necessità di urinare.
Eppure, sono sufficienti spesso pochi esami e nemmeno invasivi, quali una uroflussometria ed un’ecografia della prostata, per avere subito un quadro d’insieme e studiare se e come è necessario intervenire, anche per scongiurare e prevenire la più comune forma di tumore maschile che riguarda proprio la prostata.
Con questo nostro report del colloquio con il Dottor Maffucci, del quale vi abbiamo riferito l’opinione professionale basata su anni di esperienza, ci auguriamo di essere riusciti a “responsabilizzare” tutti gli uomini che ci leggeranno!