Nel corso dei millenni, è stata una pratica diffusa e ammessa, per poi essere ritenuta sacrilega e, di nuovo, riammessa. Questa è l’alternanza che ha visto il rito della cremazione, almeno nel mondo occidentale. Un rito che prevede di bruciare con del fuoco il corpo di un defunto e poi, in base alle diverse o singole tradizioni, di riunire le ceneri così ottenute in un’urna, da consegnare poi ai parenti.
Se in alcune aree geografiche, come in Asia o estremo oriente, le diverse culture, civiltà e religioni hanno permesso nel corso dei secoli e continuano ad ammettere questo tipo di pratica, nel mondo occidentale, soprattutto in Europa e in altre aree limitrofe, si è riscontrata un’alternanza di divieti e di permessi. Ciò dovuto principalmente a motivi di carattere religioso. Andiamo a scoprire come si è svolta questa “alternanza” in Occidente e quali le motivazioni alla base.
Dalla libertà della cremazione al suo divieto
Sin dall’antichità, nel bacino del Mediterraneo, era diffusa questa pratica. Infatti sia nella Grecia di Omero che, in seguito, nella Roma dei Cesari la cremazione dei defunti era ammessa ed ampiamente utilizzata. Tuttavia, con l’avvento e la diffusione della religione cristiana nell’area, tale rito è stato considerato sacrilego, in quanto ritenuto pagano e perché era in conflitto col precetto cristiano della resurrezione.
In questo, il Cristianesimo si avvicina molto all’Ebraismo, che nega cremazione o imbalsamazione, in quanto il corpo di un defunto, per gli ebrei, tornerà alla sua terra d’origine, mentre l’anima si avvierà verso la divinità e quindi il proprio Dio. Con la consacrazione della religione cristiana come culto principale e di riferimento in Occidente, la cremazione entra in un lunghissimo periodo di oblio. Interrotto soltanto per fronteggiare, intorno alla metà del XVII° secolo, la piaga della peste in Europa.
Dal divieto alla riabilitazione del rito crematorio
Con la diffusione continentale delle idee illuministe, nel XIX° secolo, comincia a ritornare l’uso della cremazione, sia pur in pochissimi casi. In Italia ed Inghilterra si assistette anche alla realizzazione dei primi forni crematori. Superata la tragica esperienza della 2a guerra mondiale, questo tipo di pratica ritornò ad essere timidamente ammessa anche dalla chiesa cattolica e a diffondersi nuovamente in vari Paesi europei.
Oggi, nonostante alcune limitazioni di ordine religioso, diverse sono le persone che decidono non solo di farsi cremare, ma anche il luogo dove poter disperdere le proprie ceneri. Un rito praticato per convinzione personale oppure per motivi pratici o economici, come ad esempio la difficoltà, soprattutto nelle grandi metropoli, di reperire aree cimiteriali libere. Una scelta che, per alcune aziende, può convertirsi anche in business, come quello di trasformare le ceneri di un defunto in un diamante da conservare per i suoi parenti.