I tassi di disoccupazione giovanile (15 – 24 anni) ha raggiunto livelli oramai drammatici. A quanto ci dicono le statistiche ufficiali la disoccupazione giovanile sale sempre di più in termini di punti percentuali raggiungendo record storici.
La flessione riguarda sia la disoccupazione maschile che quella femminile e coinvolge tutti i settori, dal primario al terziario. La situazione è ancora più allarmante se si tiene conto anche della situazione dei precari e dei contratti a termine che registrano un’incidenza sul totale degli occupati che ha toccato percentuali superiori al 10%. In totale si stimano circa tre milioni di precari soprattutto in agricoltura, nel turismo (strutture ricettive e della ristorazione come alberghi e ristoranti) e sanità.
Quali sono, dunque, le strategie concrete perseguibili per fronteggiare tale drammatica condizione in cui versano milioni di giovani italiani?
Servono riforme strutturali del mercato del lavoro e delle politiche giovanili per il lavoro: occorre aumentare i canali di ingresso nel mercato del lavoro, rafforzare la tutela dei più deboli ed individuare strumenti ad hoc per la protezione del reddito. I programmi per il reinserimento nel mondo del lavoro devono essere perseguibili, concreti, misurabili e valutabili; la flessibilità non deve contrastare, nè ledere quelli che sono i diritti fondamentali dei lavoratori, ma deve essere strumento per valorizzare abilità e competenze.
Deve essere favorita la formazione e l’aggiornamento delle abilità professionali e devono essere sostenute con incentivi e sgravi fiscali le piccole imprese che assumono poichè il tessuto imprenditoriale italiano rappresenta un valore inestimabile. Devono altresì essere migliorati e riqualificati i servizi di collocamento pubblico.