
Non molto tempo fa ho pubblicato sul mio sito una riflessione sulle opportunità e i rischi che intravedo nelle auto-edizioni, in particolare nel settore che meglio conosco, i fumetti. Rimando all’articolo per chi volesse leggerselo tutto:
“le leggi del mercatino”. Comunque, in sintesi dicevo che, in tempi di crisi editoriale, molti autori stanno guardando all’auto-edizione come a uno strumento valido per proporre i propri lavori direttamente al pubblico senza intermediari. Internet aiuta molto per la promozione, anche grazie a portali di webcomics che possono dare una buona visibilità. Per contro, certo, c’è il maggior lavoro, dato che l’autore deve accollarsi anche i compiti che normalmente spetterebbero all’editore ( editing, correzione, promozione, distribuzione ), ma molti autori sono ben disposti ad accollarselo. Il problema maggiore secondo me è che un filtro di qualità è necessario. Pubblicare qualcosa in internet non costa niente, quindi l’idea è che ci si possa provare tutti, poi sarà il pubblico a scegliere e a premiare i migliori. Sembra un’ottica assolutamente “democratica”. In effetti qualche obiezione l’avrei anche su questo punto, ma in questa sede non voglio discutere di “democrazia” e delle sue accezioni. Per restare sul pratico, mi sembra che comunque l’idea non sia molto vincente. Senza una selezione, ogni spazio aperto ai tanti volonterosi fumettisti è destinato a riempirsi di una gran quantità di materiale, non tutto di buon livello. Anzi, molto probabilmente la grande maggioranza dei lavori proposti saranno di livello piuttosto basso. Un editore medio normalmente riceve qualche decina di proposte al giorno, e se va bene pubblica qualche decina di libri all’anno, quindi scarta una quantità enorme di progetti, che evidentemente non ritiene all’altezza. Ci sarà un motivo, mica lo fa per far dispetto ai candidati. Riempire un portale di webcomics con materiale di basso livello contando sul fatto che poi ci pensa il pubblico a selezionare non mi sembra realistico. Il visitatore farà fatica a trovare il fumetto bello fra tanta medocrità, e magari lascierà il sito in fretta e deluso.
E’ una posizione che sostengo da tempo e che ho sostenuto in varie occasioni e conversazioni. Un’obiezione che mi è stata posta è questa: ci sono siti di webcomics dove chiunque può pubblicare liberamente senza alcun filtro, e hanno un grande successo e sono pieni di materiale di ottima qualità, per esempio Shockdom. A questa obiezione in genere rispondo chiedendo che mi si porti un altro esempio. Non ce n’è. In Italia e in italiano i portali di webcomics non sono molti. Che io sappia solo Shockdom e Tratteggi permettono la pubblicazione libera a chi si sia registrato ( e già di Tratteggi non si può dire lo stesso, riguardo a qualità e successo, che si è detto di Shockdom ). Altre realtà, anche di un certo successo come Verticalismi, funzionano come vere e propri case editrici.
E in ogni caso anche la “democraticità” di Shockdom è solo parziale. Chi accede si trova davanti tre colonne, di cui la prima presenta le pubblicazioni più recenti ( ed è l’unica in cui non c’è nessun filtro ), la seconda è quella in cui sono elencati gli autori pubblicati, e la terza, quella in maggiore evidenza, è quella degli autori consigliati dallo staff del portale. Certo, è una selezione soft. Non si dice: questi sì, gli altri li cestiniamo. Però si dice: questi sono quelli migliori. Gli autori pubblicati, anche quelli, sono in una posizione di privilegio, dato che la proposta di pubblicazione lo staff la fa a quelli che ritiene migliori a suo insindacabile giudizio. Insomma, il successo di Shockdom dipende, secondo me, in gran parte dal fatto che lo staff ha predisposto delle corsie preferenziali verso le risorse migliori. Il che mi sembra un ottimo compromesso fra la “assoluta democrazia” del dare spazio a tutti e la selezione meritocratica.